Enneadi by Plotino

Enneadi by Plotino

autore:Plotino
La lingua: ita
Format: epub
editore: utet
pubblicato: 2012-12-31T16:00:00+00:00


Busto di Marsilio Ficino nella cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze, di Andrea e Piero Ferrucci.

27. Se dunque la terra dona alle piante l’anima generativa — sia che si tratti dell’anima generativa stessa sia che questa resti nella terra e solo una sua traccia si trovi nelle piante98 — allora, le piante saranno come carne già animata e avranno accolto in sé, se la possiedono, anche l’anima generativa. L’anima poi, interna alla pianta, dà al corpo vegetale ciò che di meglio possiede, o ciò per cui esso si distingue da una pianta tagliata, che non è più pianta ma solo legno. Ma al corpo stesso della terra, che cosa dona l’anima? Non bisogna credere che un corpo di natura terrestre resti lo stesso quando è estratto dalla terra o quando resta unito ad essa, come dimostrano le pietre, crescendo finché sono legate alla terra ma restando della stessa grandezza posseduta al momento dell’estrazione quando sono strappate al terreno99.

Bisogna dunque ritenere che ogni singola parte della terra possieda una traccia dell’anima generativa, e che su questa scorra tutta quanta la facoltà vegetativa, proprietà non più di questa o di quella parte ma della terra intera. Quindi viene la facoltà della sensazione, che non è più «impastata»100 col corpo ma lo domina dall’alto, poi il resto dell’anima e l’intelletto, che gli uomini chiamano Estia e Demetra101 servendosi di una rivelazione divina e di un talento naturale che consente loro di predire cose simili.

28. Su questo argomento basta così. Dobbiamo ora tornare di nuovo indietro e indagare sulla facoltà dell’impeto102, per vedere se, come prima avevamo posto l’origine dei desideri nonché i dolori e i piaceri — intendo le affezioni, non le sensazioni — nel corpo che si trova in uno stato determinato103, quel corpo, per così dire, a cui è stata data la vita, così ora potremo attribuire anche l’origine dell’impeto, o l’impeto per intero, al corpo in quello stato determinato, oppure a una parte del corpo, per esempio il cuore in uno stato particolare, o la bile in un corpo che non sia morto104. Inoltre, vogliamo vedere se l’impeto derivi da altro, e sia perciò la traccia di un’anima, o se in questo caso esso costituisca qualcosa di indipendente, non più derivato da una facoltà vegetativa o di sensazione.

Nel caso precedente la facoltà vegetativa, presente nell’intero corpo, imprimeva una traccia dell’anima a tutto il corpo, e il dolore e il piacere erano in tutto il corpo, come in tutto il corpo era l’origine del desiderio, cioè del desiderio di soddisfazione — il desiderio del piacere sessuale non era stato contemplato, ma diciamo che riguarda le parti destinate a produrre quel piacere. Dunque, ammettiamo che la regione intorno al fegato sia l’origine del desiderio in quanto là è più attiva la facoltà vegetativa che imprime la traccia dell’anima al fegato e al resto del corpo: là si trova, perché là ha origine la sua attività105. Ma riguardo alla facoltà dell’impeto, dobbiamo chiederci che cosa sia in se stessa e da



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